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Capital gain
Guadagno in conto capitale. È il guadagno da capitale costituito dalla differenza fra il prezzo di acquisto e quello di vendita di un bene d'investimento: è soggetto alla tassazione del 12,5%.

Capitale circolante
È l’insieme dei beni di un patrimonio sociale che si possono trasformare in denaro entro l’anno.
Si possono annoverare merci in magazzino e destinate alla vendita,  crediti da riscuotere verso la clientela, titoli prontamente vendibili e  disponibilità liquide.
Tale voce si contrappone alle immobilizzazioni che sono difficilmente monetizzabili.

Capitale di credito
È il capitale acquisito dall’azienda a titolo di prestito da banche o da  altre aziende o sotto forma di dilazioni di pagamento da parte dei  fornitori.
Si definisce anche capitale esterno ed ha natura diversa dal capitale di rischio.


Capitale di rischio / Wagniskapital / capital risque / venture capital
È il capitale conferito direttamente in azienda dal titolare (nel caso  di azienda individuale) o dai soci (nel caso di azienda societaria).
Il capitale è immesso e quindi investito in azienda senza limiti di  tempo, la remunerazione è relativa al risultato economico conseguito  dall’attività nel suo complesso.
È inteso anche come espressione usata in riferimento al finanziamento  d’impresa di piccole e medie aziende o di aziende neocostituite,  impegnate in progetti ad alto contenuto tecnologico, che richiedono  ingenti investimenti ed elevati capitali d'esercizio.
Il necessario capitale, detto appunto di rischio, è messo a loro  disposizione da banche e società specializzate in questo tipo di  finanziamenti, a speciali condizioni, (finanziamento a rischio), spesso  con carattere di partecipazione.

Capitale di terzi
Questo termine individua, in un bilancio societario, la somma delle passività correnti e del debito consolidato.


Capitale netto
È il valore complessivo delle attività di un singolo o di un’azienda al netto delle passività.

Capitale proprio
Questo termine individua il valore complessivo del capitale netto sommato all’utile netto.


Capitalizzare un costo
Significa sospendere il costo dai componenti negativi del reddito dell’esercizio in cui fu sostenuto, e farlo partecipare al reddito dei successivi esercizi.
Il costo capitalizzato diventa così un componente attivo del capitale di un’azienda e sarà quindi soggetto ad ammortamento divenendo un bene ad utilità ripetuta.
Gli effetti economi della capitalizzazione dei costi sono: un miglioramento del reddito dell’esercizio che si sta per chiudere ed un andamento negativo dei redditi futuri, sui quali i costi capitalizzati vanno a gravare mediante quote di ammortamento.

Capitalizzazione
Procedura mediante la quale l’interesse maturato per un arco di tempo e ad un determinato tasso non è riscosso dal creditore, ma portato in aumento del capitale.
Nei periodi successivi, il nuovo interesse maturerà, non solo sul capitale iniziale, ma anche sull’interesse prodotto nel periodo precedente.
Il capitale risulterà crescente nel tempo, perché si aggiungono periodicamente gli interessi.
Il termine rapportato ad una società esprime il valore della stessa quotata.
Tale valore si ottiene moltiplicando la quotazione del titolo per il numero delle azioni in circolazione.
La somma delle singole capitalizzazioni di tutti i titoli quotati dà la “capitalizzazione di borsa”.


Cartolarizzazione
È il termine con cui si indica la conversione di valori mobiliari simili (in inglese security) e non negoziabili, per esempio mutui o obbligazioni, in valori mobiliari che possono essere scambiati sul mercato.
Il termine inglese è securitization.
Evidenzia anche la possibilità di cedere i propri crediti pecuniari, presenti e futuri, ad una società appositamente costituita, che si occuperà della loro trasformazione in titoli negoziabili sul mercato finanziario.


Cash Flow
È il termine inglese col quale si definisce il flusso di cassa,  l’ammontare cioè, delle disponibilità finanziarie generate da un’azienda  in uno specifico lasso di tempo.
È costituito dal totale degli utili meno le imposte e i dividendi  pagati, più le riserve per ammortamento del capitale fisso e indica

Cash Flow negative
Termine indicante la condizione nella quale l'esborso di cassa di  un'azienda risulta superiore alle entrate, ovverosia quando l'ammontare  degli utili d'esercizio conseguiti è inferiore ai costi ed alle spese  sostenuti nel periodo.


Centro di costo
Unità organizzativa dell’impresa che svolge lavori ed operazioni  omogenee., individuata per rendere sistematica la rilevazione dei costi.  
Il centro è sotto la diretta responsabilità di un responsabile che ha il  compito di rilevare e controllare i costi, verificando i rendimenti del  personale del centro.
Ai centri di costo si possono ricondurre: centri di produzione, sono  relativi al processo industriale e risultano ulteriormente suddivisibili  in centri produttivi, questi effettuano la trasformazione dei fattori  di produzione in prodotti, e centri ausiliari, che forniscono servizi  agli altri centri produttivi; centri funzionali, accolgono i centri di  natura non industriale. Vi sono anche centri di ricavo, centri di  profitto e centri di investimento, la cui natura è relativa al  risultato.


Check-up aziendale
Insieme di dati ed informazioni contabili ed extracontabili necessarie  per valutare lo stato di salute di un’impresa considerata da un punto di  vista degli aspetti economici (costi e ricavi), finanziario (entrate ed  uscite) e patrimoniale (attività e passività).
L’elaborazione di un check-up aziendale prevede una             serie di  tanti indicatori a cascata sia quantitativi sia              qualitativi.  
Sul piano quantitativo vi sono gli indici di bilancio, gli indici di  magazzino, dati relativi al rendiconto finanziario, dati relativi ai  costi. L’attuale controllo di gestione (o controllo direzionale) sta  investigando anche gli aspetti qualitativi con indicatori di rendimento e  di prestazione.
Pertanto in un “tableau de bord” (in un cruscotto) si raccolgono gli indicatori finanziari e non finanziari.
Gli studiosi americani stanno affiancando ai dati di bilancio le  balanced scorecard (modelli che rilevano quello che è rimasto per  diversi anni ancora inedito e sconosciuto della vita operativa  dell’azienda).


Cicli di vita del prodotto - mercato
Concezione elaborata dall’economista R. Vernon tesa a fornire una  spiegazione delle variabili che influenzano l’andamento degli scambi  internazionali.
La teoria del ciclo di vita del prodotto distingue le fasi evolutive  attraverso le quali un prodotto passa dall’introduzione al suo declino.
Prima dell’introduzione vi è la fase dell’ideazione, tipicamente legata  alla logica della scoperta scientifica, che è di tipo critico e  creativo.
Segue la fase dell’introduzione.
Nel momento introduttivo, in cui è ancora presente il supporto della  ricerca e della sperimentazione, i costi unitari e il prezzo sono  elevati, anche a causa delle spese di pubblicità.
Nella successiva fase di sviluppo è realizzata la produzione  standardizzata in serie che trova diffusione su larga scala; la  realizzazione dell’economia di scala permette la diminuzione del prezzo  del bene.
In questo modo aumenta la concorrenza, come conseguenza dell’aumento  della domanda, e il produttore cerca nuovi sbocchi sui mercati esteri,  attraverso l’esportazione.
Nella fase successiva della maturità il processo produttivo è  completamente standardizzato e il produttore competitivo cerca di  ridurre i costi di produzione più dei concorrenti del settore.
Nella fase di declino per trovare ulteriore commercializzazione del  prodotto, a meno di innovazioni di rilancio, l’unica via percorribile è  quella di diffondere il prodotto nei paesi in via di sviluppo.
Nel marketing aziendale il concetto è stato introdotto nel 1960  dall’americano Lewitt e poi analizzato nelle sue implicazioni  strategiche e operative ad ogni fase del ciclo, di cui ricordiamo la  composizione del marketing mix, innovazioni di rilancio, individuazione  di nuove forme di utilizzo del prodotto e di nuovi segmenti di mercato.
Le fasi del ciclo di vita del prodotto sono:
decollo (lancio), espansione, maturazione, saturazione, declino.

Cofinanziamento
Principio generale secondo il quale i finanziamenti derivanti dai Fondi  Strutturali Comunitari devono essere assistiti, in percentuali diverse, a  seconda degli Obiettivi, da quote di finanziamento nazionali.

Confirming
Il confirming è uno strumento finanziario, di origine anglosassone, che  consiste, sostanzialmente, nell'emissione di una conferma d'ordine, da  parte di una struttura finanziaria, denominata appunto  confirming  house, in favore del produttore del bene precedentemente scelto dal  compratore, con l'assunzione dell'impegno di pagamento nei termini,  generalmente a breve, richiesti dal produttore stesso, e con la  concessione di una dilazione di pagamento più lunga al cliente-mandante.  
L'intervento può essere attuato nei confronti sia delle importazioni che  delle esportazioni, con modalità non molto dissimili fra loro sul piano  formale, ma alquanto differenziate sotto il profilo organizzativo e  della gestione del rischio.

Consorzio
Si definisce un’associazione di persone fisiche o giuridiche che ha come  scopo la realizzazione in comune di un interesse di queste persone.
Il presupposto è determinato da un’organizzazione comune che mira a  coordinare l’azione di tutti i consorziati, attraverso la  regolamentazione della produzione, degli scambi, di nuovi sistemi di  vendita e l’elaborazione di statistiche, nonché attraverso la vigilanza  sull’adempimento, da parte dei consorziati, degli obblighi assunti.
In relazione alle obbligazioni acquisite dal consorzio risponde esclusivamente il Fondo consortile.
Il consorzio si costituisce volontariamente con un contratto  plurilaterale e richiede la forma scritta (discrezionalmente) e soci  utenti (i beneficiari dei servizi).

Contabilità
La contabilità è il sistema di rilevazione continua di qualunque evento a  carattere economico riguardante l’impresa, l’insieme dei movimenti di  capitale aziendale raccolti e organizzati secondo un criterio che  consenta un rapido accesso e una veloce elaborazione dei dati.

Contributo a fondo perduto
Il contributo a fondo perduto è l’erogazione di una somma di denaro, subordinata ad una finanziamento e non va restituita.
Tale somma è destinata a finanziare le spese di avvio, quelle relative agli investimenti oppure alla gestione dell’iniziativa.
Tra le spese di avvio si annoverano quelle relative alla costituzione  della società, le spese notarili e per l’acquisto e la vidimazione dei  libri contabili.
Le spese d’investimento comprendono i beni mobili ed immobili come il  terreno, le opere edilizie, gli allacciamenti, i macchinari, gli  impianti e le attrezzature, nonché brevetti, marchi, software e  qualsiasi altro bene con utilità pluriennale.
Le spese di gestione comprendono quelle relative a beni, materiali e  non, il cui costo incide sull’esercizio in corso e non è ammortizzabile  in più anni, come ad esempio materie prime, semilavorati e prodotti  finiti, servizi, prestazioni di terzi, canoni, affitti, ed oneri  finanziari.

Contributo in conto canone
Contributo che si può assimilare ad un più classico contributo in conto  interessi e si applica ad un contratto di locazione finanziaria; il suo  effetto è la riduzione del costo dei canoni a carico del beneficiario.


Contributo in conto capitale
Rappresenta il contributo "a fondo perduto" quindi non si prevede alcuna  restituzione di capitale o pagamento di interessi il calcolo è  determinato in percentuale in funzione delle spese ammissibili.
Solitamente non sono necessarie garanzie, ad eccezione dei casi in cui si prevede un’anticipazione.

Contributo in conto esercizio (gestione)
L’erogazione è simile al contributo in conto capitale, la differenza riguarda l’imposizione fiscale alla qual è assoggettato.
In tal caso il contributo viene "trattato" come ricavo e quindi è  soggetto a tassazione in relazione al periodo di competenza e per  l’intero importo (per quanto riguarda la tassazione dei contributi in  conto capitale si rimanda alla definizione di ESL e di ESN).
Quest’agevolazione è concessa ai beneficiari per sostenere le spese di  gestione (personale, pubblicità, viaggi, locazioni immobiliari, oneri  finanziari).

Contributo in conto interessi
Si tratta di un contributo che è concesso a fronte di un finanziamento a medio lungo termine.
Il contributo è erogato direttamente all’istituto finanziatore, che se  ne servirà per abbassare il tasso di interesse applicato al  finanziamento dell’impresa beneficiaria.
Il contributo in conto interessi prevede la stipula del finanziamento e  la richiesta dell’agevolazione come due momenti separati e di competenza  diversa.
Il finanziamento è perfezionato in base alle condizioni di mercato,  indipendentemente dall’intervento agevolativo, che s’innesca  successivamente.
In base agli strumenti di agevolazione, la data di decorrenza  dell'intervento è quella della data di stipula del finanziamento  piuttosto che la data di delibera dell’agevolazione.
Non sono richieste particolari garanzie da parte dell’ente erogatore,  poiché si ritiene sufficiente l’esito positivo dell’istruttoria  effettuata dall’istituto finanziatore.


Cooperative sociali (tipo A)
Si definiscono quelle imprese sociali che gestiscono servizi socio/sanitari.
L’obiettivo primario è inserire nel mondo del lavoro soggetti, spesso, svantaggiati.
La tipologia dei soci è particolare, infatti, tali imprese si compongono di:
 soci lavoratori (dipendenti o collaboratori);
 soci volontari (hanno diritto al solo rimborso spese e possono essere al massimo il 50% dei soci);
 soci sovventori (partecipano al capitale ed hanno da 1 a 5 voti attribuiti.

Cooperative sociali (tipo B)
Le imprese sociali hanno la finalità di inserire nel mondo del lavoro,  persone disabili con handicap maggiore del 45% (psichiatrici,  tossicodipendenti e alcool dipendenti, detenuti ed ex detenuti, minori a  rischio).
Tali imprese, devono avere nella compagine come lavoratori almeno il 30% di persone svantaggiate.

Corporate Performance Management (CPM)
Consiste in un insieme di processi per la gestione, la misurazione e  il controllo delle performance aziendali, a seguito  dell’identificazione degli obiettivi da raggiungere in un dato periodo.
È da considerarsi anche sinonimo di Business Performance Management (BPM) e Enterprise Performance Management (EPM).

Costi di struttura
Si definiscono tali quei costi sostenuti per l’azienda, e considerata nella sua globalità.
Pertanto i costi di struttura comprendono quelli relativi alla direzione  generale, all’organizzazione, alla ricerca e allo sviluppo, alle  pubbliche relazioni ed affluiscono ai centri di struttura nella  contabilità aziendale analitica, articolata per centri di costo.
Risulta difficile imputarli ai vari centri di costo, ma è importante per determinare il costo dei vari prodotti o dei servizi.

Costi e ricavi operativi
Sono quei costi relativi alla gestione caratteristica di un’impresa,  cioè alle operazioni che concernono l’oggetto che caratterizza  l’attività produttiva di una impresa.

Costi figurativi
Sono costi non accompagnati da uscite numerarie effettive; essi si  riferiscono all’attività dell’imprenditore che deve essere remunerata  con porzioni di reddito.
Si configurano come tali:
• il salario direzionale cioè il compenso per l’attività di lavoro di tipo imprenditoriale;
• l’interesse di computo cioè compenso per il capitale investito nell’impresa dal titolare;
• il premio per il rischio economico cioè il compenso per il rischio sopportato dall’imprenditore per gestire l’impresa.

Costi fissi e variabili
È uno dei metodi per classificare i costi di un’impresa.
I costi fissi non dipendono dal volume di produzione perché connessi  all’esistenza dell’azienda; i secondi variano in misura proporzionale  alle quantità prodotte, o di beni e servizi.

Costo del venduto
Si intende il costo della produzione venduta, determinato valutando il  costo della produzione ottenuta nell’anno, sottraendo il valore dei  prodotti in rimanenza (cioè il costo della produzione che è rimasta  invenduta alla fine dell’esercizio) ed aggiungendo il valore dei  prodotti esistenti all’inizio dell’esercizio successivo.
In azienda il costo del venduto si confronta con il totale dei ricavi di  vendita ottenendo un risultato economico lordo detto utile o perdita.


Costo monetario
Quantità di denaro necessaria per acquistare o produrre beni o servizi.


Costo di produzione
Si ottiene sommando i costi sostenuti per realizzare una determinata  produzione di beni o servizi e risulta derivare dalla somma delle  quantità di fattori produttivi impiegati, moltiplicati per i relativi  prezzi.


COVERED WARRANT
Opzione cartolarizzata, vale a dire incorporata in un titolo negoziabile, emessa da istituzioni finanziarie, che attribuisce il diritto ma non l'obbligo, di acquistare (covered warrant di tipo call) o di vendere (covered warrant di tipo put) una determinata attività finanziaria o una merce (sottostante) a un prezzo prefissato (strike price), entro una certa data (stile americano) o a una certa data (stile europeo).

CREDIT CRUNCH
Con il termine stretta del credito (in inglese credit crunch), si indica un calo significativo (o inasprimento improvviso delle condizioni) dell'offerta di credito al termine di un prolungato periodo espansivo, in grado di accentuare la fase recessiva.
A seguito della stretta del credito, possono verificarsi fallimenti sia di banche che di imprese e famiglie debitrici. I mancati pagamenti che vengono a crearsi, e gli eventuali fallimenti, si traducono in pignoramenti dei beni ipotecati a garanzia dei crediti, e un aumento delle proprietà in capo alle banche.
I crediti in sofferenza espongono gli istituti di credito ad un rischio simile di pignoramenti o fallimento. Le proprietà acquisite restano nell'ambito degli istituti di credito, tenendo conto che i principali finanziatori di tali istituti sono eventualmente soggetti che svolgono lo stesso tipo di attività creditizia.
Laddove la maggiore iniezione di liquidità proviene da una banca centrale, se questa è controllata dalle stesse banche alle quali presta denaro, il rischio di impresa degli istituti di credito è ridotto anche in caso di forti insolvenze dei loro clienti. In caso di fallimento di un istituto, che nel contempo controlla il suo principale creditore, questo potrebbe non esercitare le garanzie previste dalla legge a sua tutela.
Il credit crunch non solo può essere avviato da disposizioni provenienti delle autorità monetarie ma anche su volontà delle banche.
Nel caso in cui le banche, come avvenuto nei tempi passati ed ancora oggi, sono preoccupate della solvibilità di coloro a cui prestano i soldi, si attua una stretta del credito concedendo a condizioni molto più rigide prestiti futuri: aumentando i tassi oppure chiedendo più garanzie.
In tal caso non si ha una stretta pilotata dalle banche centrali, bensì direttamente dagli istituti di credito.
Il credit crunch si verificò particolarmente durante la crisi del 1929.
Nel 2007 alcuni economisti affermarono che la crisi dei mutui subprime avrebbe potuto portare ad un nuovo credit crunch. Fortunatamente tale evento non si è verificato fino al 2014

CROSS BORDER LEASING

Con questo termine sono indicate quelle operazioni di leasing a favore di Clienti con sede in un paese diverso da quello della società di leasing.
Il fornitore dei beni può invece risiedere nel paese in cui ha sede la società di leasing oppure in un paese terzo.
I beni finanziabili in questo tipo di operazioni sono beni strumentali e veicoli industriali.
Nelle operazioni di cross border leasing i finanziamenti sono, quindi, erogati direttamente dall'Italia a favore di società estere, che riescono in tal modo a superare il problema della mancanza di liquidità delle banche locali, godendo, nella maggior parte dei casi, di interessanti vantaggi fiscali, quali il dilazionamento del versamento dell'IVA o addirittura la possibilità di pagare il dazio doganale solo sul prezzo di acquisto finale alla scadenza del contratto di leasing, come avviene in Romania.

Crowdsourcing
Lo si mette in pratica quando si intende sviluppare un qualsiasi progetto con il supporto di una collettività esterna all’azienda.
Tale supporto può essere dato in forma volontaria o su invito dell’azienda stessa.
Tale modello economico basa i suoi cardini sulla condivisione delle conoscenze ed è concretizzabile soprattutto in ambito digitale grazie all’ausilio messo in campo da internet.
In altri termini è un aiuto fornito dall’esterno al lavoro di un team di ricerca di una qualsiasi impresa.



 
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